Carminia Von Dorian

Nata in una nobel famiglia della Terra della Notte, ha vissuto la sua infanzia in un mondo bigotto, frivolo, vano e incredibilmente falso, fatto di parole alle spalle, fittizi sorrisi e favori a fini di lucro. Incredibilmente coccolata dalla madre, che stravedeva per lei, non otteneva altrettanta approvazione dal padre. Anzi, si potrebbe dire il contrario: Carminia era la figlia succeduta la morte del primo gemito, un ragazzo forte e dal carattere identico al signor padre. Insomma, il cocco di famiglia. Ma purtroppo una forte colpì la bambina che finì per contagiare il fratello che, a differenza di lei, morì. Il padre non perdonò mai la giovane Von Dorian per questo, ripudiandola come figlia, non rivolgendole quasi mai la parole e, a volte, anche sgridandola con schiaffi e insulti. Carminia crebbe così: tra due estremi di affetto paterno e materno, in un mondo di cartone e vantaggi. Non ci volle perché la bambina decise di distaccarsi da quel posto. Preso qualche cosa in un piccolo zaino, alla giovine età di undici anni scappò di casa, esasperata dalla madre, arrabbiata col padre e disgustata dal mondo aristocratico.
Viaggiò per molto, di città in città, di terra in terra, conoscendo persone, luoghi e usanze, mangiando di quello che trovava o si guadagnava, dormendo sotto qualunque cosa potesse essere un rifugio, vivendo libera e avventurosa. Questo però solo per pochi anni. Infatti con il salire dell'età, saliva anche il pericolo. Ogni sera doveva nascondersi dai violentatori, dagli scippatori, dagli assassini. Ogni sera ogni ombra poteva essere un nemico. I primi tempi di consapevolezza furono terribili per la giovane che, inesperta e disarmata, non sempre seppe difendersi o scappare da tali violenze, che rimangono come cicatrici eterne nel cuore e di cui Carminia non ama parlare. E fu proprio durante una di queste che la ragazza avrebbe conosciuto quello che avrebbe reputato il suo vero padre: Ratif Lorither. Fu lui ad intervenire ed a sgominare una violenza nei confronti della Von Dorian, prendendola poi con lui per pena e forse alla ricerca di una figlia mai avuta.
Ratif era un uomo alto e muscoloso, segnato sul volto e sul corpo dal tempo e dalle cicatrici. Lavorava in una piccola arena nella Terra del Vento, dove sistemava le armi, le armature e le varie attrezzature. Trovò un lavoro alla sua nuova pupilla e la tenne con se' per diversi anni duranti i quali Carminia osservò l'arte del forgiare, del costruire, dell'ideare. Scoprì un talento inventivo nascosto in se stessa. Inoltre poté osservare gli allenamenti dei gladiatori e dei combattenti, iniziando così a maneggiare alcune armi, aiutata anche da Ratif che si scoprì essere un ex Cavaliere di Drago ormai decaduto a causa dell'alcol e della fama. Attraverso le storie delle sue avventure passate, l'uomo incantò la giovane, mettendole nel cuore il desiderio di di diventare anche lei una cavalcatrice di draghi.
Così passavano i giorni in quel luogo, semplici, felici, faticosi ma soddisfacenti. Fu l'infanzia che Carminia non aveva mai avuto. Fu il periodo più bello della sua vita. Ma come tutte le cose nella vita dei mortali, non fu eterno: Ratif, andato a bere con Carminia ed alcuni suoi amici in un pub, come era abitudine fare ogni tanto, fu assalito da un gruppo di banditi mezzi ubriachi desiderosi del suo denaro. Ovviamente l'ex guerriero rispose a suon di botte, rimanendo però poi colpito a morte da un pugnale traditore. Uscita per cercarlo, la ragazza lo trovò sanguinante al suolo, ormai sul filo della morte. Disperata pianse le sue lacrime che si mischiarono con il rosso sangue del padre.
Il funerale di Ratif Lorither fu sobrio e di poco costo, ma pieno di persone fedeli e sincere, tra cui una giovane ragazza dai neri capelli e gli occhi di ghiaccio, bagnati da profonde lacrime. "Addio padre" furono le sole parole che pronunciò in una settimana di silenzio, isolamento, senza bere ne mangiare. Solo quando il sole tramontò per la settima volta Carminia sparì silente per quasi un mese. Nessuno sa cosa sia successo, cosa abbia fatto in quel periodo, ma quando tornò la sua faccia era serena e felice, le parole uscivano sincere e dolci di nuovo dalla da bocca."Ora Ratif potrà riposare in pace" furono le sole spiegazioni della sua assenza.
Si licenziò dal suo incarico alla piccola arena e, preso lo stretto necessario, le armi e l'anello del padre, appeso al collo con una catenina perché troppo grande per lei, salutò tutti e riprese il suo errante cammino, accompagnata dal ricordo di due infanzie e di un solo genitore che avrebbe portato con se per sempre.
Peregrinò per qualche mese ancora, giusto l'essenziale per racimolare un gruzzoletto, passando di terra i terra, questa volta però con una meta, che poi sarebbe stata solo una tappa: l'accademia dei Cavalieri di Drago.
Aveva 20 anni.

L'esame fu duro, sudato, ma alla fine la giovane Von Dorian riuscì a superarlo, diventando cadetto e poco tempo dopo Cavaliere a tutti gli effetti. La sua scalata all'interno dell'ordine, a discapito di quello che credevano tutti, fu rapida e piena di riconoscimenti: prima cavaliere di prim'ordine, quindi istruttrice, sempre più in alto fino a ricoprire il ruolo di Maggiore, facendosi cara amica del generale supremo, Drohan. Nel frattempo però anche la sua vita personale si evolveva: poco prima dell'investitura conobbe una giovane ragazza, Losille, che la coinvolse in una guerra con gli assassini e in una corsa contro il tempo per rompere la maledizione che questi avevano afflitto alla sua nuova e cara amica. Purtroppo ancora non sono riuscite a trovare una soluzione. Un altro grosso problema, però, affliggeva la Von Dorian, ovvero l'affrontare la sua famiglia, da cui era fuggita tanti anni addietro: i successi all'interno dell'accademia, i ruoli sempre più importanti ed il suo cognome tanto famoso non la fecero passare inosservata agli occhi del crudele padre che subito la reclamò. Cercò di tirarla fuori dall'ordine dei Cavalieri di Drago, di farla sposare con un nobile per motivi economici, di alleanza, di rinchiuderla come aveva fatto quando era bambina. A tutto ciò però Carminia si oppose senza più paura: oramai era grande, era più matura e sicura di se' e non temeva più i suoi genitori. Suo padre quasi la diseredò dalla famiglia, ma non riuscì a farlo e morì poco dopo in preda ad una terribile malattia e alla rabbia più profonda, all'odio; ma oramai Carminia provava solo pena per lui. Quindi quando questo morì, ereditò tutti i suoi averi, il suo titolo ed i suoi soldi e iniziò a prendersi cura della madre che si faceva anche lei sempre più debole e malata, con un alzheimer galoppante che la portò quasi al mutismo assieme ad una senilità precoce. La Von Dorian non l'amava, questo era certo, ma non la abbandonò e restò con lei fino all'ultimo, dato che questa malattia parve farla quasi rinsanire, paradossalmente, e renderla la madre che mai era stata, tanto che sul letto di morte, tra i suoi ultimi respiri, osservò la figlia con occhi pieni di tristezza e nostalgia, sospirando 'Perdonaci...perdonami figlia' prima che i suoi occhi si chiudessero per l'ultima volta. Carminia pianse per la sua prima volta per affetto verso i genitori e seppellì la donna accanto al marito, nel cimitero di famiglia, a cui ogni tanto fa visita. Ora vive principalmente a Makrat, ma assieme a Dakaria, il fedele guardiano della magione e suo consigliere, continua a gestire il patrimonio dei Von Dorian con intelligenza e ponderazione, tornando nei periodi di vacanza o quando semplicemente ha bisogno di riposo dalla caotica vita da Maggiore dei Cavalieri di Drago nella sua casa, riuscendola finalmente a definirla tale.

Passarono dunque un paio di anni da questi eventi e la carriera di Carminia come Cavaliere di Drago migliorava in continuazione, raggiungendo gradi e ruoli che nessuno si sarebbe mai potuto immaginare per una scavezzacollo testacalda come lei. Riusciva a farsi rispettare dalle reclute, a conquistare la loro fiducia dentro e fuori il campo di battaglia, ad organizzare e vincere battaglie difficili, svelandosi un'ottima condottiera e stratega. Riuscì persino a contenere in qualche modo gli avvenimenti che stavano creando una temibile frattura all'interno dell'ordine stesso, riportando equilibrio e professionalità. Fu proprio dopo aver messo in riga un paio di Cavalieri di origini nobili che si approfittavano del loro titolo e del loro ruolo a sfavore di altri poveri innocenti, che l'allora Generale Supremo la chiamò nel suo ufficio per trovare una soluzione a tutto questo. Carminia, però, mai si sarebbe aspettata quello, che dopo qualche scambio di idee, l'uomo le avrebbe proposto: diventare lei il nuovo Generale Supremo dei Cavalieri di Drago di Makrat. Sorpresa, incredula, dopo alcuni tentennamenti, alla fine la Von Dorian accettò questo onore e questa responsabilità e, con immenso stupore di tutto ed orgoglio di molti, Carminia si mise alla guida di quell'antico ordine in quel momento così buio.